Aborto spontaneo: cos'è, sintomi, cause e supporto
L’aborto spontaneo, noto anche come interruzione spontanea di gravidanza, è un evento purtroppo frequente che coinvolge circa il 15-20% delle gravidanze riconosciute clinicamente. Comprendere le cause, i sintomi, le modalità di diagnosi e i percorsi di supporto è fondamentale per affrontare con consapevolezza e delicatezza una condizione che, oltre all’aspetto clinico, ha un forte impatto emotivo.
Che cos'è l'aborto spontaneo?
Si parla di aborto spontaneo quando la perdita della gravidanza avviene prima della 20a settimana di gestazione, senza interventi esterni. In base al momento e alle caratteristiche, si distinguono diverse forme:
Tipologie di aborto spontaneo
Aborto precoce: avviene nelle prime 12 settimane di gravidanza.
Aborto interno (missed abortion): il feto smette di svilupparsi ma non viene espulso immediatamente.
Aborto ritenuto: il materiale gestazionale resta in utero, senza sintomi evidenti.
Minaccia d’aborto: presenza di sintomi che possono precedere l’aborto, come perdite ematiche e crampi, ma con battito fetale ancora presente.
Sintomi dell'aborto spontaneo
I segnali possono variare da donna a donna, ma i più comuni includono:
Perdite di sangue in gravidanza (anche di colore marrone)
Crampi addominali simili a quelli mestruali
Dolore pelvico in gravidanza
Diminuzione dei sintomi gravidici (come tensione mammaria o nausea)
Assenza di battito fetale rilevabile con ecografia
In presenza di uno o più di questi sintomi, è fondamentale rivolgersi tempestivamente al ginecologo per valutare la situazione.
Come si diagnostica e come si monitora la situazione?
Alla comparsa dei primi sintomi, il ginecologo potrà richiedere un’ecografia transvaginale per verificare lo stato dell’embrione e la presenza del battito cardiaco. Il dosaggio delle beta-hCG nel sangue può fornire ulteriori informazioni sull’andamento della gravidanza. A volte vengono consigliati anche altri esami del sangue o, in caso di aborti ripetuti, test genetici specifici.
Il monitoraggio del battito cardiaco fetale è una parte fondamentale della valutazione, soprattutto quando si sospetta una minaccia d’aborto.
Nei centri specializzati, può essere offerto anche un percorso diagnostico multidisciplinare, che coinvolge ginecologo, genetista, endocrinologo e, se necessario, uno psicologo. Questo approccio consente di ottenere un quadro clinico completo e personalizzato.
Perché succede? Le cause dell'aborto spontaneo
Spesso non è possibile individuare con certezza la causa dell’aborto spontaneo, ma alcuni fattori sono stati riconosciuti come possibili concause.
Le anomalie cromosomiche dell’embrione rappresentano la motivazione più frequente, soprattutto nel primo trimestre. Tuttavia, esistono anche cause legate alla salute materna:
- squilibri ormonali, come un’insufficiente produzione di progesterone
- malformazioni uterine (setti, fibromi o polipi)
- infezioni in gravidanza
- patologie autoimmuni come la sindrome antifosfolipidica.
Anche l’età materna avanzata, un diabete non controllato, o abitudini dannose come fumo e consumo di alcol possono aumentare il rischio. In ogni caso, è fondamentale ricordare che nella maggior parte dei casi l’aborto non è colpa di nessuno.
Un aspetto spesso sottovalutato è l’impatto dello stress cronico o di condizioni infiammatorie sistemiche. Sebbene non rappresentino una causa diretta, possono contribuire ad aumentare la vulnerabilità dell’organismo.
La medicina moderna sta inoltre approfondendo il ruolo del microbioma, dell’equilibrio immunitario e delle condizioni metaboliche, nell’ottica della medicina di precisione.
Cosa succede dopo? Trattamenti e gestione
La gestione dell’aborto spontaneo dipende da vari fattori, tra cui la settimana gestazionale e le condizioni cliniche della donna.
In alcuni casi, se l’aborto è completo e non ci sono complicazioni, si può optare per una semplice attesa spontanea. In altri, può essere necessario intervenire con farmaci che favoriscano l’espulsione dei tessuti. Quando ciò non avviene naturalmente, il medico può proporre una revisione cavitaria o curettage, un piccolo intervento ambulatoriale per svuotare l’utero in modo sicuro.
Tutte le opzioni vanno sempre discusse con il proprio ginecologo, che saprà valutare la soluzione più adeguata, rispettando tempi e sensibilità individuali.
Dopo l’evento, è importante monitorare il recupero fisico attraverso controlli clinici e, quando indicato, con esami di follow-up.
In alcune situazioni può essere utile valutare la riserva ovarica o effettuare un dosaggio ormonale, specialmente se si pianifica una nuova gravidanza nel breve periodo.
L'aspetto emotivo: un dolore spesso invisibile
L’aborto spontaneo non è solo un evento medico, ma rappresenta un vero e proprio lutto perinatale. Anche se avviene nelle prime settimane, può lasciare un vuoto emotivo profondo, talvolta non compreso da chi sta intorno. È normale sentirsi tristi, confuse, arrabbiate o disorientate.
In questi momenti, il sostegno psicologico può fare la differenza. Confrontarsi con uno specialista, partecipare a gruppi di supporto o semplicemente avere uno spazio di ascolto può aiutare a rielaborare l’esperienza. In alcuni casi possono emergere sintomi legati a ansia o depressione post-aborto, che vanno affrontati con la giusta attenzione e senza timori.
Un altro aspetto da considerare è l’impatto sulla relazione di coppia. Il partner può vivere il dolore in modo diverso, più silenzioso o razionale, ma non meno intenso.
Comunicare apertamente le proprie emozioni, cercare momenti di condivisione e, se necessario, coinvolgere insieme uno psicologo, può aiutare a rafforzare la relazione e superare insieme la perdita.
Ripartire con consapevolezza
Dopo un aborto spontaneo è naturale chiedersi se e quando sarà possibile affrontare una nuova gravidanza. In molti casi, si tratta di un evento isolato e non compromette le future possibilità di concepimento. Tuttavia, una valutazione ginecologica completa può essere utile per individuare eventuali condizioni da trattare, come deficit ormonali o problemi anatomici.
Talvolta, il medico può prescrivere una terapia con progesterone per sostenere le fasi iniziali di una nuova gravidanza. Fondamentale è anche prendersi cura della propria salute generale, correggendo eventuali fattori di rischio e adottando uno stile di vita sano.
Non bisogna dimenticare che ogni donna ha i suoi tempi e le sue modalità per elaborare l’accaduto e sentirsi pronta a riprovare. Il desiderio di maternità può riemergere con forza oppure lasciare spazio alla necessità di prendersi una pausa. Entrambe le scelte sono legittime e devono essere rispettate.
Come GAPCLINICS ti può supportare
Affrontare un aborto spontaneo significa attraversare un percorso complesso, fatto di emozioni intense e decisioni delicate. Presso gli ambulatori GAPCLINICS, ogni donna viene accolta e seguita in modo multidisciplinare, con un team di professionisti che unisce competenze mediche e sensibilità umana.
Dal primo sospetto alla diagnosi, dal supporto psicologico alla pianificazione di una futura gravidanza, il nostro obiettivo è offrire uno spazio sicuro, competente e rispettoso del vissuto di ogni persona. Perché prendersi cura significa anche saper ascoltare.
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