Ovaio policistico: sintomi, diagnosi e strategie per affrontarlo
L’ovaio policistico è una condizione endocrina complessa e multifattoriale che interessa un numero significativo di donne in età fertile. Nota in ambito medico come sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), rappresenta una delle principali cause di disturbi del ciclo mestruale, difficoltà ovulatorie e problematiche legate alla fertilità. Ma la sua portata va ben oltre la sfera riproduttiva: la PCOS ha infatti importanti implicazioni metaboliche e ormonali, che richiedono un inquadramento clinico attento e un trattamento personalizzato.
Cos'è la sindrome dell'ovaio policistico
La PCOS è una sindrome caratterizzata dalla presenza contemporanea di almeno due dei seguenti tre criteri diagnostici: disfunzioni ovulatorie (oligo- o anovulazione), iperandrogenismo clinico o biochimico, e aspetto policistico delle ovaie all’ecografia. Il nome stesso, tuttavia, può risultare fuorviante: la presenza di cisti ovariche non è condizione necessaria per la diagnosi. Ciò che definisce realmente la sindrome è un profondo squilibrio ormonale, che si ripercuote su numerosi aspetti della salute femminile.
Quali sono le cause?
L’eziologia dell’ovaio policistico è multifattoriale. Le evidenze scientifiche suggeriscono una predisposizione genetica su cui incidono fattori ambientali, metabolici e ormonali. Uno degli elementi centrali è la resistenza insulinica, condizione in cui le cellule rispondono in modo inefficace all’insulina, con conseguente iperinsulinemia. Questo squilibrio promuove la produzione di androgeni da parte dell’ovaio, alterando il normale equilibrio del ciclo mestruale e contribuendo ai sintomi tipici della sindrome.
Come si manifesta l'ovaio policistico
I segni e sintomi della PCOS sono molteplici e variano ampiamente da una donna all’altra, rendendo spesso difficile una diagnosi tempestiva. Le manifestazioni più frequenti includono cicli mestruali irregolari, con lunghi intervalli tra una mestruazione e l’altra o assenza di ciclo (amenorrea). L’iperandrogenismo si manifesta con acne persistente, aumento della peluria corporea in aree tipicamente maschili (irsutismo), e in alcuni casi, perdita di capelli a pattern maschile (alopecia).
Molte donne riferiscono anche difficoltà a concepire, legate a una ovulazione irregolare o assente. L’aumento di peso, in particolare a livello addominale, è frequente, così come la sensazione di stanchezza cronica, spesso correlata a insulino resistenza.
I primi segnali da non ignorare
Spesso i sintomi iniziali dell’ovaio policistico vengono sottovalutati. Un’acne che persiste oltre l’adolescenza, un ciclo mestruale che tende ad allungarsi progressivamente, o un inspiegabile aumento di peso, possono essere campanelli d’allarme. Intervenire precocemente significa ridurre il rischio di complicanze a lungo termine.
Spesso vengono confusi, ma hanno funzioni diverse. Il colesterolo è un grasso essenziale per la struttura delle cellule e la produzione di ormoni, mentre i trigliceridi sono una riserva energetica. Entrambi circolano nel sangue e, se in eccesso, possono danneggiare i vasi sanguigni. Quando colesterolo e trigliceridi sono entrambi alti, il rischio cardiovascolare si somma, e va affrontato con attenzione e tempestività.
Come si diagnostica la sindrome dell'ovaio policistico
La diagnosi è clinica, supportata da esami strumentali e di laboratorio. Il percorso diagnostico inizia con una visita ginecologica approfondita, durante la quale si valutano la regolarità del ciclo, la presenza di segni di iperandrogenismo e l’eventuale familiarità.
L’écografia pelvica transvaginale consente di osservare la morfologia ovarica: in presenza di ovaie aumentate di volume e con numerosi follicoli periferici, si parla di “aspetto policistico”. Gli esami del sangue completano il quadro: dosaggi ormonali (FSH, LH, testosterone, DHEA-S) e valutazione dell’insulino resistenza tramite glicemia, insulina e curva da carico di glucosio.
Quali sono le implicazioni per la fertilità?
Una delle domande più frequenti riguarda il legame tra ovaio policistico e fertilità. Sebbene la PCOS possa ostacolare l’ovulazione, non significa necessariamente infertilità. Con un inquadramento clinico adeguato e, se necessario, con l’ausilio di terapie ormonali o trattamenti per l’induzione dell’ovulazione, molte donne riescono ad affrontare con successo un percorso di gravidanza.
Particolarmente importante è adottare un approccio multidisciplinare che coinvolga ginecologi, endocrinologi, nutrizionisti e, in alcuni casi, specialisti in medicina della riproduzione.
Trattamenti e strategie terapeutiche
La cura dell’ovaio policistico non è univoca ma personalizzata in base alle caratteristiche cliniche e agli obiettivi della paziente. Se la priorità è regolare il ciclo e alleviare i sintomi androgenici, si ricorre spesso alla terapia ormonale con contraccettivi orali combinati. In caso di desiderio di gravidanza, possono essere utilizzati farmaci per stimolare l’ovulazione.
La metformina, un farmaco utilizzato nel trattamento del diabete di tipo 2, trova impiego nei casi con insulino resistenza, migliorando la sensibilità insulinica e contribuendo a regolarizzare il ciclo.
Dieta e ovaio policistico: un binomio strategico
Numerosi studi confermano che una dieta bilanciata può ridurre in modo significativo i sintomi della PCOS. L’obiettivo è migliorare la risposta insulinica e promuovere un metabolismo più efficiente. Si consiglia di:
- Limitare gli zuccheri semplici e i cibi raffinati
- Preferire cereali integrali, verdure a foglia verde, legumi
- Assumere proteine magre e grassi insaturi, come quelli contenuti nell’olio extravergine d’oliva e nel pesce azzurro
Queste scelte alimentari contribuiscono anche a tenere sotto controllo disturbi come l’acne, l’aumento ponderale e l’irregolarità del ciclo mestruale.
Ovaio policistico e ormoni: un circolo complesso
La PCOS è fortemente legata a un disequilibrio ormonale. L’iperandrogenismo, ovvero la produzione eccessiva di ormoni maschili, ostacola l’ovulazione e altera la composizione corporea. Al tempo stesso, un eccesso di insulina stimola ulteriormente la produzione di androgeni, creando un circolo vizioso che può essere interrotto solo con un intervento coordinato su più fronti.
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